La storia ci insegna che da sempre lo stato di infelicità della coscienza, il “male di vivere” hanno generato nell’uomo aspirazioni utopistiche, il desiderio di un “non luogo”, di qualcosa di nuovo, di migliore, in cui credere. Per l’autore, in contrapposizione con altri filosofi, l’utopia non è per niente trascendente, ma è immersa nel presente; come un sogno appunto, ha le sue radici nella storia vera.