Vi lascio alla lettura del racconto di Rolando Perri, primo classificato al Premio “Terra Utopiam” per la sezione Narrativa. Nel prossimo post conosceremo meglio l’autore. Buona lettura…..
BARBIANA, LUOGO DELL’UTOPIA E DELLA MEMORIA
BARBIANA, LUOGO DELL’UTOPIA E DELLA MEMORIA
http://www.ilovebooks.it/antologia-terra-utopiam-p-4474.html
http://www.concorsiletterari.it/concorso%2c4785
“L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare.” (Eduardo Galeano)
“L’uomo senza utopia sarebbe un mostruoso animale fatto di istinto e raziocinio…una specie di cinghiale laureato in matematica pura.”
(De Andrè)
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Torniamo a parlare della nostra iniziativa Nazionale “Terra Utopiam”, la I^Edizione del concorso per poeti, scrittori e pittori, patrocinata dal Club degli Autori, e che ha come data di scadenza, per inviare i vostri elaborati, il 15 Febbraio 2015. Ricordo che il tema suggerito, per tutte le categorie, è l’Utopia.
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L’utopia rivoluzionaria ha le sue radici teoriche nel Rousseau del Contratto sociale e quelle pratiche nella nascita e nella organizzazione del movimento operaio europeo. Senza rifiutare l’industrializzazione, ne critica i difetti e ne progetta un modello alternativo seguendo due direzioni: in una prima fase quella spontaneista e comunitaria, in seguito quella organizzata e politica.
L’elaborazione di un modello alternativo di società industriale di stampo comunitario si deve a Robert Owen (1771-1858). Operaio e imprenditore tessile, Owen critica l’industrializzazione soprattutto da un punto di vista etico e pedagogico: la concorrenza sfrenata e la degradazione fisica e morale conseguente ai bassi salari sono infatti per lui causa dello sviluppo di personalità aggressive e antisociali. Senza rifiutare la tecnica e l’industria, ma anzi valorizzandole, Owen tentò due esperimenti di comunità industriali improntate a criteri socialisti: il primo nel suo opificio di New Lanark (Scozia) e il secondo con la fondazione nell’Indiana (Usa) di New Harmony. Abolizione della proprietà privata, abbondanza della produzione e distribuzione dei prodotti in base alle necessità avrebbero dovuto eliminare egoismi e conflitti ma entrambi i tentativi fallirono.
® Vedi il Libro sul nuovo mondo morale (1836-44) di Owen, opera nella quale emergono i temi forti dell’utopia rivoluzionaria ottocentesca: l’aumento della produzione e della ricchezza, la salubrità e la piacevolezza del lavoro, la distribuzione del prodotto a tutti in proporzione alle necessità di ognuno.
L’esempio storico più emblematico dell’utopia rivoluzionaria è però quello della Rivoluzione d’ottobre. La prima fase della grande rivoluzione russa si svolge infatti all’insegna dell’utopia grazie sia al retroterra teorico offerto dagli aspetti utopici dell’opera di Marx sia all’apporto di altre componenti politiche (socialrivoluzionari e anarchici) le cui tradizioni teoriche erano decisamente utopistiche. All’ispirazione utopica sono riconducibili alcune decisione rivoluzionarie quali, innanzitutto, il potere attribuito ai soviet (i consigli contadini e operai), la formazione delle comuni agricole volontarie (kolchoz) e la gestione all’insegna dell’egualitarismo delle industrie e delle banche nazionalizzate. Sul piano dei diritti umani e dei valori individuali, è questa la fase in cui è più forte la tendenza, tipicamente utopica, all’abolizione della famiglia e all’instaurazione del cosiddetto libero amore.
® Vedi, a questo proposito, il saggio di Massimo Salvadori, Storia del pensiero comunista. Da Lenin alla crisi dell’internazionalismo (1984), dove l’autore interpreta la prima fase del governo bolscevico proprio sulla base della tensione, destinata a trasformarsi in contraddizione, tra utopia di autogestione e realismo autoritario.
Karl Marx è giustamente considerato il fondatore del socialismo “scientifico” in contrapposizione alle utopie socialiste del primo Ottocento. Marx infatti con la sua opera volle dimostrare scientificamente che le contraddizioni strutturali della società capitalistico-borghese ne avrebbero determinato ineluttabilmente la fine. Il socialismo, per Marx, non era un solo un ideale etico ma un progetto politico realistico fondato sulla dinamica oggettiva dello sviluppo storico. Sulla base di questi presupposti teorici, Marx inoltre si impegnò attivamente nell’organizzazione di un movimento politico socialista che avesse come scopi la rivoluzione proletaria e la presa del potere. Nonostante l’impegno concreto di Marx nell’azione rivoluzionaria il suo pensiero è fortemente venato di tratti utopici. Ciò é particolarmente evidente quando si propone di prefigurare i tratti della futura società comunista: eliminazione dello Stato; eliminazione della divisione del lavoro, compresa quella tra lavoro manuale e lavoro intellettuale; sovrabbondanza di ricchezza materiale per tutta la società. Il culmine dell’utopismo marxiano è rappresentato dalla famosa sentenza nella quale Marx enunciò il principio fondamentale della futura società comunista: “Ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”.
® Vedi in particolare di Karl Marx e Fredrich Engels, il Manifesto del partito comunista (1848), in cui gli autori teorizzano l’estinzione dello Stato, differenziandosi però dagli anarchici perché lo considerano un obiettivo non raggiungibile immediatamente, ma solo dopo una lunga fase di “dittatura del proletariato”.
® Vedi inoltre di Marx, l’opera Critica del programma di Gotha (1875), in cui la futura società comunista viene caratterizzata con tratti tipicamente utopici.
Nell’ambito delle arti figurative, le istanze dell’utopia rivoluzionaria sono presenti in uno dei principali movimenti dell’avanguardia novecentesca, quello del surrealismo, nato ufficialmente nel 1924 con il Manifeste du surréalisme di André Breton (1896-1966) e di cui fecero parte, tra gli altri, Max Ernst (1891-1976), Juan Miró (1893-1983), Salvador Dalí (1904-1989), René Magritte (1898-1967).
L’istanza politica rivoluzionaria, esplicitamente dichiarata, è coniugata dai surrealisti con la psicanalisi di Freud. Alla rivoluzione sociale deve essere infatti affiancata, secondo loro, una liberazione individuale basata sulla scoperta e la valorizzazione dell’inconscio. Per questo l’obiettivo dell’arte surrealista è esprimere il sogno, la follia, gli stati allucinatori. Essi sono altrettante spie della “surrealtà”, l’altra dimensione del reale che bisogna sostituire alla “normalità” della realtà borghese, e che costituisce appunto la rappresentazione artistica dell’utopia politica rivoluzionaria.
® Vedi il primo (1924) e il secondo (1930) Manifesto del surrealismo, in cui sono esposti i principi programmatici del movimento e inoltre il quadro L’occhio del silenzio (1943) di Max Ernst, uno degli esempi più significativi di rappresentazione pittorica della “surrealtà”.
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Come le onde del mare... un moto perpetuo... perché la vita è un libro pieno di pagine bianche...
Bisogna farsi Dio
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Scrittore
Salvatore Leone
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E in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei… perché io morirei se dovessi scoprire che stanotte non ci sei…
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Nasce dall'esigenza di dare qualche informazione utile sui mezzi di trasporto, ristoranti, guesthouse, luoghi e orari dei viaggi fatti.......lasciando la poesia alla fotografia
Tessiture di Poesia, Arte e dintorni per ri-costruire umanità (o così si spera) a cura di Angela Greco AnGre
Rivista di filosofia, critica, ricerca, attualità
Si dice che per visitare la Germania occorrono più di 10 anni...inizio questo viaggio con voi...Tra castelli fiabeschi e piccoli paesini incantati,tra vicoli romantici e insegne di birrerie,tra il divertimento e la cultura,tra l'efficienza e l'ordine di questa bellissima terra. Inizio quello che è il mio sogno...Buon Viaggio
Sculpture sur bois
'O ssaje comme fa 'o core....
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